Dimenticate borseggiatori con le mani veloci: oggi i ladri possono svuotare il portafoglio senza neppure sfiorarlo. A Sorrento i carabinieri hanno sequestrato un POS portatile “pirata” usato per addebitare somme non autorizzate avvicinandosi alle tasche delle vittime. Il caso, collegato a un furto da 9 mila euro denunciato a Roma, ha acceso i riflettori su una nuova minaccia: il POS nascosto, uno scenario che riguarda da vicino chiunque porti con sé carte contactless.
Truffa del POS nascosto nelle piazze italiane: ecco come avviene il furto digitale
I moderni lettori di carte – spesso grandi quanto un pacchetto di sigarette e reperibili online per poche decine di euro – possono essere configurati in modalità “pagamento rapido”. Quando l’importo resta entro il limite di sicurezza (25‑50 €), la transazione NFC si completa senza PIN né firma. Un malintenzionato, con il POS attivo in tasca o in borsa, si avvicina a pochi centimetri a zaini e giacche nei luoghi affollati: autobus, mercati, processioni turistiche. In quel momento il terminale invia una richiesta di addebito che il circuito autorizza istantaneamente; il proprietario della carta non percepisce alcun movimento né suono.
Il denaro finisce su un conto d’appoggio intestato a un prestanome o aperto all’estero, rendendo più complessa la tracciabilità. Se la vittima non ha le notifiche push attive o controlla l’estratto conto solo a fine mese, il furto passa inosservato.
Perché è così difficile bloccare il POS clandestino
Prima di tutto, i mini‑lettori contactless si acquistano legalmente in qualunque e‑commerce. Inoltre, un singolo addebito da 20 € non attiva i sistemi antifrode, pensati per blocchi ripetitivi o importi anomali.
C’è poi da considerare il fatto che il POS usa un’app su smartphone con connessione dati: basta un documento falso per superare la verifica KYC di alcuni provider esteri.
Infine, il campo NFC arriva a 4 cm, ma bastano tasche sottili o borse aperte per permettere la lettura.
Come difendersi dalla truffa del POS nascosto
Ecco cinque contromisure da adottare subito:
- Portafogli RFID: un rivestimento metallico blocca il segnale NFC. Costano meno di 15 €.
- Notifiche istantanee: attiva l’alert sull’app bancaria anche per micro‑importi. Se arriva un addebito sconosciuto, blocca la carta in tempo reale.
- Limite contactless personalizzato: molte banche consentono di abbassare la soglia PIN‑free a 5 € o di disattivare del tutto il tap‑to‑pay.
- Carte nel taschino anteriore: (ri)mettere il portafoglio in una zona difficile da avvicinare di nascosto riduce il rischio.
- Preferisci wallet digitali: Apple Pay e Google Wallet usano token univoci. Anche se il POS fosse alterato, i dati esfiltrati sarebbero inutilizzabili.
Il POS nascosto è la versione hi‑tech del borseggio tradizionale: veloce, silenziosa e a basso rischio per chi colpisce. Conoscere la tecnica e applicare barriere fisiche (schermatura RFID) o digitali (limiti, notifiche, wallet) è oggi la difesa più efficace. E se noti un addebito sospetto, segnala subito alla banca e alle forze dell’ordine: ogni denuncia aiuta a restringere il raggio d’azione di una truffa che sfrutta la fiducia – e la distrazione – dei consumatori italiani.