Nonostante il 2025 sia l’anno della piena diffusione delle carte e delle app di pagamento, nei mercati rionali italiani la digitalizzazione procede a rilento. Secondo una recente indagine di Altroconsumo, condotta tra il 21 luglio e il 2 agosto, il 37% degli ambulanti rifiuta ancora i pagamenti elettronici. In alcuni casi, addirittura, non possiede il Pos, obbligatorio per legge dal 2014.
La ricerca ha coinvolto dieci grandi città italiane (da Milano a Napoli, passando per Roma, Torino e Cagliari) con oltre cento tentativi di acquisto tra frutta, vestiti e articoli per la casa. Gli operatori dell’associazione si sono presentati senza contanti per verificare la reale disponibilità ad accettare carte di credito, debito o prepagate. Il risultato è una fotografia chiara: l’Italia dei mercati è ancora profondamente divisa tra chi accetta la moneta digitale e chi resta fedele al contante.
Ambulanti rifiutano il POS: Napoli resta il simbolo del “solo contanti”
Le differenze territoriali sono nette. A Napoli, tutti gli ambulanti visitati hanno rifiutato i pagamenti digitali, indipendentemente dall’importo. Al contrario, Cagliari e Padova rappresentano le città più digitalizzate, dove nove operatori su dieci accettano la carta senza esitazioni.
Nel mezzo si collocano città come Catania e Roma, dove rispettivamente sei e cinque ambulanti su dieci non consentono l’uso del Pos, e Genova e Torino, dove i rifiuti si attestano intorno al 40%.
Le situazioni migliori si registrano a Bari, Bologna e Milano, dove solo due operatori su dieci negano la possibilità di pagare con carta, pur tra frequenti lamentele sulle commissioni bancarie.
Costi, soglie minime e Pos “fuori uso”: i motivi del rifiuto
Il problema più citato dagli ambulanti riguarda le commissioni bancarie, considerate troppo alte rispetto ai piccoli importi tipici dei mercati. Per un acquisto da 5 euro, il costo di transazione può variare tra 10 e 50 centesimi, una percentuale che incide sensibilmente sui guadagni.
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Molti venditori ammettono inoltre di non avere il Pos, o dichiarano che “non funziona” o è “scarico”. In altri casi impongono una soglia minima di spesa, pratica illegale ma ancora diffusa.
Digitalizzazione ferma alle buone intenzioni
Per superare queste barriere, nel 2023 era stato siglato un protocollo tra Abi e le associazioni di categoria per ridurre o azzerare le commissioni sui pagamenti fino a 30 euro. Tuttavia, l’adesione volontaria delle banche è rimasta limitata, e i benefici concreti quasi nulli.
L’indagine di Altroconsumo evidenzia che il problema non è la mancanza di strumenti, ma la sostenibilità dei costi per i piccoli commercianti.
Eppure, la direzione è tracciata: i pagamenti digitali garantiscono trasparenza, sicurezza e tracciabilità, riducono l’uso del contante e contrastano l’evasione. Ma finché le commissioni non saranno davvero accessibili anche per chi vende pochi euro di merce al giorno, nei mercati italiani il contante continuerà a essere il mezzo di pagamento più diffuso.