Dal 2022, in Italia, chi rifiuta un pagamento con carta o bancomat rischia una sanzione amministrativa. La norma, introdotta con il Decreto PNRR 2, ha reso obbligatoria per tutti gli esercenti (negozi, professionisti e ambulanti) l’accettazione dei pagamenti elettronici, indipendentemente dall’importo.

Le multe scattano automaticamente in caso di rifiuto: 30 euro fissi più il 4% del valore della transazione non accettata. Un importo che può sembrare contenuto, ma che rappresenta un segnale chiaro della direzione intrapresa dal legislatore verso la completa tracciabilità dei pagamenti.

L’obbligo riguarda qualsiasi forma di pagamento elettronico: carte di credito e debito, prepagate, wallet digitali e app come Apple Pay o Google Pay.

Multe per pagamento POS rifiutato: perché si rischia la sanzione

Il rifiuto della carta viene considerato una violazione diretta del diritto del cliente di scegliere la modalità di pagamento. Non servono verifiche fiscali o accertamenti complessi: basta una segnalazione o una contestazione da parte del consumatore, anche con semplice documentazione, per far scattare la sanzione.

Inoltre, secondo i controlli condotti da associazioni come Altroconsumo, oltre il 30% dei piccoli esercenti e ambulanti continua a rifiutare pagamenti digitali, soprattutto per importi sotto i 5 euro, citando problemi tecnici o costi di commissione.

Tuttavia, queste motivazioni non rappresentano una giustificazione valida dal punto di vista normativo: il POS deve essere sempre disponibile e funzionante.

Come mettersi in regola e prevenire problemi

Il modo più semplice per evitare sanzioni è dotarsi di un terminale POS affidabile, con connessione stabile e assistenza tecnica tempestiva. Le soluzioni moderne (come i POS Android o mobile) funzionano anche tramite SIM multioperatore o Wi-Fi, garantendo continuità di servizio.

È importante inoltre:

  • Effettuare test periodici per verificare che il terminale legga correttamente le carte.
  • Aggiornare il software del POS per assicurare compatibilità con i nuovi circuiti.
  • Tenere un dispositivo di backup, come un POS mobile, utile in caso di malfunzionamento o assenza di linea.
  • Evitare soglie minime di spesa, pratica illegale anche se ancora diffusa.

Commissioni e costi: cosa sapere

Uno degli ostacoli più citati dagli esercenti riguarda le commissioni bancarie, soprattutto per i micropagamenti. Tuttavia, dal 2023 è in vigore un protocollo tra ABI e associazioni di categoria che invita gli operatori finanziari a ridurre o azzerare le commissioni sotto i 10 euro.

Molti provider, tra cui SumUp, myPOS, Nexi e Axerve, hanno già introdotto tariffe più trasparenti o formule senza canone, che consentono di contenere i costi anche per chi effettua poche transazioni.

Scegliere il POS giusto in base al volume d’incasso e al tipo di attività resta il passo chiave per mantenere la conformità senza gravare sui margini.

Accettare la carta conviene anche al business

Oltre a evitare le multe, accettare pagamenti digitali significa rispondere alle nuove abitudini dei clienti. La tendenza è chiara: secondo i dati dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, nel 2024 oltre il 40% delle transazioni in Italia è avvenuto tramite carta o smartphone. Rendere il pagamento più semplice e immediato migliora la percezione di affidabilità dell’attività, accelera gli incassi e riduce la gestione del contante, con vantaggi anche sul piano della sicurezza.