Il settore dei pagamenti elettronici è ricco di sigle e termini tecnici che, a un primo sguardo, possono sembrare complessi. In realtà, una volta compresi, diventano strumenti utili per interpretare correttamente il funzionamento del POS, analizzare report, capire le commissioni applicate e dialogare con banche e acquirer in modo più consapevole.
Che si tratti di POS tradizionali, terminali Android di ultima generazione o soluzioni smart integrate, queste sigle raccontano come si svolge una transazione: dalla lettura della carta al trasferimento dei fondi, fino ai controlli di sicurezza e al routing delle richieste.
Questo glossario offre una panoramica chiara e completa dei principali acronimi da conoscere per lavorare con serenità e professionalità.
EMV: lo standard globale per transazioni sicure con chip
EMV (Europay, Mastercard, Visa) definisce le regole che governano la lettura delle carte dotate di chip elettronico.
È un sistema progettato per ridurre drasticamente le frodi, sostituendo nel tempo la banda magnetica, molto più vulnerabile.
Lo standard EMV, infatti:
- Autentica la carta e il terminale;
- Protegge i dati durante la lettura;
- Richiede l’inserimento del PIN o controlli aggiuntivi;
- Garantisce che la transazione avvenga su sistemi certificati.
Qualsiasi POS moderno (da banco, mobile o smart) deve essere conforme ai requisiti EMV per poter accettare pagamenti tramite chip.
BIN: il numero che identifica circuito e banca emittente
Il BIN (Bank Identification Number) è una sequenza numerica che identifica:
- Il circuito (Visa, Mastercard, etc.);
- La banca o istituto che ha emesso la carta;
- La tipologia del prodotto (debito, credito, prepagata, business).
Quando il POS legge la carta, utilizza il BIN per:
- Determinare le regole di autorizzazione;
- Riconoscere eventuali carte estere;
- Applicare le tariffe previste dal contratto.
È uno dei primi controlli eseguiti nella catena di autorizzazione.
TMS: la piattaforma che gestisce e aggiorna il POS da remoto
Il TMS (Terminal Management System) è un servizio centrale che permette a banche e provider di:
- Aggiornare il software del POS;
- Inviare nuove configurazioni;
- Monitorare stato, errori e statistiche del terminale;
- Attivare o disattivare funzioni;
- Garantire la sicurezza dell’infrastruttura.
Grazie al TMS, l’esercente non deve occuparsi manualmente degli aggiornamenti. I POS più recenti ricevono in automatico patch di sicurezza, nuove versioni dell’app pagamenti e miglioramenti delle prestazioni.
DCC: conversione dinamica della valuta per i clienti stranieri
La DCC (Dynamic Currency Conversion) consente ai clienti di pagare nella propria valuta quando utilizzano una carta estera.
Il POS mostra in tempo reale:
- Importo nella valuta locale;
- Importo nella valuta del cliente;
- Tasso di cambio applicato.
È un servizio molto usato in hotel, ristoranti, negozi turistici e attività vicino ad aeroporti o porti. Non tutti i terminali lo supportano e l’acquirer deve abilitarlo esplicitamente.
MIT: transazioni avviate dal merchant senza presenza della carta
MIT (Merchant Initiated Transaction) indica una transazione avviata dal commerciante senza che il cliente presenti la carta fisicamente.
È comune in:
- Abbonamenti,
- Pagamenti ricorrenti,
- Acconti,
- Addebiti post-servizio (ad esempio, autonoleggi, hotel).
Il POS o il gestionale utilizza un token o un riferimento salvato in sicurezza per eseguire l’addebito, senza richiedere un nuovo intervento del cliente.
MCC: il codice che identifica la categoria dell’attività
Il MCC (Merchant Category Code) è un numero a quattro cifre che classifica la tipologia dell’attività commerciale.
È definito dai circuiti internazionali e serve a:
- Assegnare le commissioni corrette;
- Stabilire eventuali restrizioni o abilitazioni;
- Identificare promozioni specifiche (ad esempio, cashback su determinati MCC);
- Tracciare statistiche di settore.
Ogni attività ha un MCC assegnato dall’acquirer al momento dell’attivazione del contratto POS.
Token e tokenizzazione: sicurezza avanzata per carte e wallet
La tokenizzazione è un sistema di sicurezza che sostituisce i dati reali della carta con un codice univoco, chiamato token.
Questo processo è fondamentale per pagamenti:
- Tramite smartphone (Apple Pay, Google Pay, Samsung Wallet),
- Tramite smartwatch,
- Ricorrenti o MIT,
- Su sistemi cloud.
Il token non contiene dati sensibili e non permette di risalire al numero di carta reale.
In caso di furto o intercettazione, non ha alcun valore.
I POS moderni riconoscono automaticamente questi token e li gestiscono come transazioni standard, con livelli di sicurezza molto più elevati.
Fallback: continuità operativa in caso di problemi di rete
Il fallback indica il passaggio automatico del POS da una connessione all’altra quando la rete principale non è disponibile.
Gli scenari più comuni sono:
- Wi-Fi passa a 4G;
- Da SIM principale a SIM di backup;
- Rete dati passa a Ethernet (per i POS da banco).
Questo meccanismo evita:
- Transazioni sospese a metà;
- Errori EMV dovuti alla perdita di rete;
- Rallentamenti durante orari di punta;
- Doppie transazioni causate da timeout ripetuti.
I POS di fascia alta gestiscono il fallback in modo immediato e trasparente, garantendo continuità anche in ambienti con segnale debole o sovraccarico
Perché conoscere questi termini migliora la gestione del POS
Comprendere sigle come EMV, BIN, TMS e tokenizzazione permette all’esercente di:
- Leggere con precisione i messaggi del terminale;
- Capire la causa degli errori ricorrenti;
- Valutare meglio le offerte degli acquirer;
- Scegliere dispositivi più affidabili e moderni;
- Migliorare l’esperienza del cliente al punto cassa.
I POS più avanzati, come quelli recensiti e consigliati su QualePOS, integrano tecnologie che sfruttano al pieno questi standard, garantendo transazioni più rapide, stabili e sicure.