Negli ultimi anni il concetto di “terminal POS” è cambiato radicalmente. Oggi non serve più un dispositivo dedicato per accettare pagamenti elettronici: grazie alle tecnologie Tap to Phone e SoftPOS, anche uno smartphone può diventare un terminale di incasso professionale, sicuro e conforme alle normative europee.
Questa evoluzione consente a commercianti, artigiani e liberi professionisti di ricevere pagamenti contactless ovunque, semplicemente avvicinando la carta o lo smartphone del cliente al proprio telefono.
È una soluzione pensata per attività dinamiche (come ambulanti, rider, consulenti o tecnici), ma sempre più adottata anche da negozi e studi professionali che vogliono ridurre i costi di gestione del POS tradizionale.
Come funziona un POS via smartphone
Il sistema Tap to Phone sfrutta il chip NFC integrato nei moderni smartphone Android per ricevere pagamenti contactless tramite carte, wallet digitali (come Apple Pay o Google Pay) o smartwatch.
Basta scaricare un’app POS compatibile, creare un profilo aziendale e collegare il conto dove ricevere gli accrediti. Dopo una rapida verifica dell’identità, il telefono è pronto per incassare pagamenti fino a 50 euro senza PIN, o superiori digitando il codice direttamente sul display.
Non è necessario alcun accessorio esterno: il dispositivo diventa a tutti gli effetti un POS certificato PCI DSS, con crittografia dei dati e protezione end-to-end.
Le app più usate in Italia
Diversi provider hanno lanciato soluzioni SoftPOS destinate alle PMI italiane:
- SumUp Tap to Pay: disponibile per Android e iPhone, consente di ricevere pagamenti senza hardware aggiuntivo, con una commissione per transazione.
- Nexi SoftPOS: integra funzioni di reportistica, ricevuta digitale e analisi delle vendite, pensato per attività con personale in movimento.
- myPOS Glass: trasforma lo smartphone in un POS portatile con accredito immediato sul conto myPOS.
Tutte le app sono abilitate per le transazioni contactless e rispettano gli standard di sicurezza stabiliti dall’European Payments Council.
Pagamenti via smartphone POS: vantaggi per esercenti e professionisti
Utilizzare lo smartphone come POS significa abbattere i costi fissi legati ai terminali tradizionali. Non servono canoni mensili, noleggi o accessori dedicati: si paga solo una piccola commissione su ogni transazione.
Inoltre, l’interfaccia delle app è pensata per la massima semplicità: in pochi secondi si genera la ricevuta digitale, si invia via e-mail o QR code e si registra l’operazione nella propria area contabile.
I pagamenti sono istantanei e tracciabili, con accrediti rapidi sul conto collegato. Per chi lavora in mobilità, come autisti NCC, personal trainer o liberi professionisti, si tratta di una soluzione pratica e affidabile.
Limiti e requisiti tecnici
Per utilizzare un POS via smartphone servono:
- Un telefono Android 9 o superiore con NFC attivo (su iPhone il servizio è in estensione graduale);
- Una connessione internet stabile;
- Un conto associato a un provider abilitato (es. SumUp, Nexi, myPOS, Axerve).
Le uniche limitazioni riguardano le transazioni offline e, in alcuni casi, l’impossibilità di stampare scontrini cartacei, problema risolvibile con la ricevuta digitale, oggi pienamente accettata dal punto di vista fiscale.
Pagamenti via smartphone e normativa italiana
Dal punto di vista legale, le transazioni effettuate tramite SoftPOS sono considerate a tutti gli effetti pagamenti elettronici conformi all’obbligo POS previsto dal Decreto PNRR 2.
Ciò significa che chi utilizza il proprio smartphone per accettare carte e wallet è perfettamente in regola, evitando così le sanzioni per mancata accettazione della carta (30 euro + 4% dell’importo rifiutato).