Fino a pochi anni fa accettare carte significava noleggiare un terminale dedicato. Oggi basta un telefono. Tap to Pay (o Tap‑to‑Phone) converte uno smartphone dotato di NFC in un vero e proprio POS, capace di incassare pagamenti contactless da carte, wallet digitali e wearable senza hardware aggiuntivo. Apple l’ha portato in oltre dieci Paesi, inclusa l’Italia, mentre Google e i principali provider di pagamento hanno completato il rollout globale su Android.

Cos’è Tap to Pay e come funziona

Tap to Pay sfrutta il chip Near Field Communication (NFC) già presente negli smartphone per emulare un terminale contactless certificato PCI CPOC. L’app di pagamento – SumUp, Square, Shopify POS o l’app bancaria – genera la transazione; il cliente avvicina la carta o il telefono al retro del dispositivo; i dati viaggiano cifrati e vengono tokenizzati all’interno del Secure Element (su iPhone) o di un Trusted Execution Environment (su Android). Nessun numero PAN resta in chiaro sul telefono.

  • Apple Tap to Pay: disponibile da iPhone XS in poi; supporta Visa, Mastercard, American Express, Apple Pay e Google Pay.
  • Android Tap‑to‑Pay: integrato da Square, Stripe e Visa Tap to Phone; funziona su smartphone NFC con Android 12+.

La transazione si chiude in pochi secondi e l’esercente riceve una notifica istantanea, proprio come con un POS tradizionale.

Vantaggi e limiti per commercianti e professionisti

Il fascino di Tap to Pay sta soprattutto nell’assenza di hardware dedicato: non occorre più noleggiare un terminale, né pagare un canone mensile. L’unico costo fisso resta la commissione richiesta dalla piattaforma di incasso. L’attivazione è altrettanto leggera: bastano pochi minuti all’interno dell’app scelta, senza firme su moduli cartacei o visite di un tecnico per l’installazione.

Questa leggerezza si traduce in piena mobilità: ambulanti, tassisti, corrieri, freelance che lavorano in fiera o porta a porta possono incassare ovunque, limitandosi a tirare fuori lo smartphone. Nonostante la semplicità, la sicurezza non viene sacrificata: i circuiti internazionali impongono la cifratura end-to-end dei dati e richiedono che il venditore si autentichi con impronta o riconoscimento facciale.

In più, molte app Tap to Pay includono funzioni che un vecchio datáfono non offre: sincronizzazione con l’inventario, reportistica in tempo reale e integrazione con piccoli CRM, utili per analizzare vendite e fidelizzare clienti.

Naturalmente qualche compromesso rimane. Il primo è legato alla batteria e alla rete: senza uno smartphone carico e senza una connessione dati stabile il pagamento non parte, mentre i POS tradizionali con SIM multi-operatore sono un po’ più tolleranti.

Manca poi la stampante: se il cliente pretende lo scontrino cartaceo bisogna inviargli la ricevuta per e-mail o QR code.

Alcuni istituti fissano inoltre soglie massime, in genere tra 50 e 100 euro, oltre le quali è obbligatorio digitare il PIN.

Infine, c’è la questione della compatibilità: su iPhone servono modelli dalla serie XS in avanti, mentre su Android occorre uno smartphone recente (Android 12 o superiore) che abbia superato le certificazioni di sicurezza CPOC.

Come attivare Tap to Pay su iPhone e Android

  1. Verifica di avere il dispositivo giusto: su iOS è sufficiente un iPhone XS, XR o successivo aggiornato almeno a iOS 17.4. Chi usa Android deve disporre di uno smartphone con chip NFC, versione 12 o superiore del sistema operativo e servizi Google attivi.
  2. Installa l’app abilitata: nell’ecosistema Apple puoi scegliere fra SumUp, Nexi SoftPOS, Stripe Terminal, WooPayments o Jobox. Su Android l’offerta comprende Square POS, Shopify POS, myPOS Glass, Viva Wallet o Revolut Pro. Tutte trasformano il telefono in un terminale contactless, ma variano per costi, funzioni extra e interfaccia.
  3. Completa la verifica KYC: per motivi antiriciclaggio la piattaforma ti chiederà documento d’identità, codice fiscale o partita IVA e il tuo IBAN. In genere l’approvazione arriva in pochi minuti, anche se alcune verifiche possono richiedere fino a 24 ore.
  4. Attiva la funzione Tap to Pay: una volta dentro l’app, vai in Impostazioni (la voce può chiamarsi “Terminale” o “Dispositivo”) e abilita Tap to Pay con un tocco. L’app eseguirà un test rapido per controllare che il modulo NFC funzioni e mostrerà l’icona del segnale contactless.
  5. Inizia a incassare: a questo punto basta inserire l’importo, avvicinare la carta o lo smartphone del cliente al retro del tuo dispositivo e attendere la vibrazione di conferma. Subito dopo puoi inviare la ricevuta via SMS, e-mail o mostrare un QR code da salvare: un processo che, nella pratica, non richiede più di qualche secondo.

Considerazioni finali

Tap to Pay non è uno slogan marketing: è la sintesi fra POS tradizionale e mobile banking, destinata a ridurre drasticamente la soglia di ingresso ai pagamenti elettronici. Dal venditore di street food al grande brand che vuole velocizzare le corsie, qualsiasi esercente con uno smartphone compatibile può ora accettare carte in sicurezza e senza hardware extra. Un balzo inclusivo che, secondo Visa, potrebbe portare altri 50 milioni di micro‑imprese nel circuito digitale entro il 2027. Chi ha ancora dubbi sull’adozione di un terminale classico trova in Tap to Pay la risposta più semplice, tascabile e — finalmente — conveniente